In un lungo silenzio
riposa il gelso
pesante di more.
Il piano al di sotto
dove cammini
è un tappeto viola,
profumo rancido di frutti appassiti,
caduti, mangiati.
Con dita sanguinanti,
di magenta dolciastro,
che gocce scivolano,
assorbite dalla terra battuta
e il quell'acido rifugio,
affogo l'oblio nero
nel desiderio.
Ci sono poco, pochissimo, ma uso me stessa per lasciare impronte ovunque vada, in qualsiasi anfratto di vita mi trovi a circumnavigare, perdendomi nell'oblio del tempo che non c'è più..
venerdì 6 agosto 2010
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