domenica 12 ottobre 2014

Poesia finalista al Premio Lugana di Sirmione

Questa poesia è frutto di un vero parto,
il parto di mia figlia Maya, dopo ciò mi sono sentita più vicina
alla creazione divina naturalistica, intimistica che tutti ci ha creato:

Il primo sguardo.

Spinta
nella notte fredda di neve
al lume tenue d'acqua torbida,
a prender fiato
e sgranare gli occhi
fino all'uscita ultima
di creatura selvaggia,
non addomesticata,
lasciata libera di governarsi
nella curiosa curiosità,
di abbandonarsi tra le braccia strette di Madre.

Un primo sguardo al mondo,
                                   fugace,
un saluto fra i denti palpitanti adrenalina
e voci narranti benvenuto
a moltiplicar il bene,
in quell'assolo di tempo che infinito
ha portato pace..





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lunedì 26 maggio 2014

Oggi, 26-05-2014

Lo strazio che incorpora la mente, quando suggestive parole, gettate ad aggredire per far tacere  all'unisono senza poter parlare, mi colpiscono profondamente, è, mi domando, è la paura che muove questo moto aggressivo o solamente la non voglia di parlare di qualcosa di serio?
Ma, direi che rimango solo stupefatta, solo ed esclusivamente priva di potermi difendere, di poter dire ciò che penso.
Assurdo è vedere come ci si arrampica ai vetri per potersi esprimere ed invece di riuscirci ci si trova in un cordone assurdo di estremo nodo nervoso, che rode lo stomaco.
Tutto accade perchè alle elezioni le cose non sono andate come dovevano, ne per me, ne per altri e gli altri sono ancora più incazzati delusi e arroganti, tanto che come apri bocca vieni fucilato a distanza.
Un nord fumoso, leghista e bigotto, da dove uscir fuori dal comune è un dramma.
Mi sento male per ciò che è successo, una madre aggredisce il mio solo punto interrogativo, la mia onesta battuta nell'ammettere che oggi ho perso, sia alle europee sia alle amministrative..
Quando mai.. quando mai...assurdo è come ci accapiglia per voler aver ragione..
Una sorta infinita di pensieri mi passano dalla mente, anche quello assurdo che ora verrò guardata diversamente da prima..forse lo ero già, forse non mi ci devo neanche mettere a convivere con persone di partiti diversi dal mio, perchè, comunque, incompatibili con il mio modo d'essere, malinconico,pronto al cambiamento, pronta a rivoluzionare le regole normali di un gioco che continua imperterrito a giocare alle sue regole.
Scrivo per sfogarmi ma non esce nulla all'infuori di un enorme colata di incazzatura per il fatto che sono stata presa così alla sprovvista che non sono riuscita a difendermi., e ora continuo a pensare a ciò che avrei potuto dire per sbattere la verità in faccia.
Solo poche frasi sono uscite dalle mie labbra e poi, lasciar perdere perchè i bimbi devono far merenda e ti chiamano e ti volgiono..sono rimasta squilibrata su un asse sospesa nel vuoto.

mercoledì 29 gennaio 2014

Armonia dove sei?

Sere come queste, 
indugiando gocce di pioggia cadente, 
fanno capire quanto si è stanchi.
Una caduta verso il basso di energie, 
Dove sono finite?
Chi le ha prese?

Armonia, dove sei?
Stai nella casa,
acquattata fra i boschi
in luoghi lontani,
                         nel Mare 
di pesci corallo-cristallo
che orbitano nelle onde
                         pacifiche-sere.
Affoghi mirabili nefandezze
per concepire al chiaro
                            Lunatico
disarmoniche confessioni
in folate di pace e,
mentre il silenzio affoga la mente,
il corpo svela la luce della pelle
ricolma di squame.

giovedì 23 gennaio 2014

Sereno Andante

Le stagioni dell'Amore
                          accartocciate,
come foglie giallo-verdi
in riva al Lago.
Calpesto
questi paradisi perduti
d'oltre ombra e,
Vivo il frastuono sotto ai tacchi-piombo
che ondeggiano libero moto perpetuo,
in complessa complicità
fra zampe gemelle
che non esistono
se non all'unisono e,
sazia è l'aria di fragole e menta,
come l'acqua verde stagno del Benaco
a invadere l'animo Corvo
con leggeri tuffi carpiati,
di sereno andante
                               ma non troppo

lunedì 20 gennaio 2014

Sentirsi nulla...

E' passato un anno, e gli avvenimenti sono navigati e poi svaniti con Zeffiro,  ora tutto sta rallentando e finalmente riesco a intravedere ciò che voglio riprendere, anche se prima ce l'ho sempre avuto in mente, poco serviva ricordarmelo, tanto non avrei potuto.
Ci si rende conto, a volte appena in tempo, di fermarsi e concedersi vita, vita allo stato puro, mi manca la mia solitudine disordinata, il mio restare ferma a pensare, senza dover condividere per forza i miei pensieri, senza dir nulla a nessuno, solo io e niente altro, ci si dimentica facilmente di quell'involucro di carta, di membrana sottile che ci separa dagli altri e a volte ci si fa sfondare l'anima per puro altruismo, poi, con calma, o con isteria blasfema, ciò che succede più spesso a me che non riesco ad essere il loto in persona, ci si riduce a recuperare i pezzi e con del vinavil ricomporsi.
Non mi sento persa, oddio, magari ho qualche problema fisico, una lieve pancia molle ma sono più seghe mentali quelle che mi faccio per il fisico che vere situazioni catastrofiche, mi sento vuota, senza me, senza il mio sito dove scrivevo e leggevo, senza il tempo per poter andare in studio a dipingere, vago senza meta in me stessa, cercando di incollarmi addosso quello che ero, penso al grumo di sangue che ho creato e a quanto lo ami, penso spesso anche all'altro grumo di sangue, creato e morto in utero, penso a quanto amo anche lui e a quanto mi dispiace che non sia esistito al di fuori di me, una lacuna insondabile, un enorme desiderio di sparire mi prende quando ci penso, ciò che più mi fa rabbia è il senso stronzo di chi si dimentica o di chi da per scontato che avendo un altro figlio il ricordo sepolto debba restare tale, che stupida bassezza e ignoranza, il pensiero resta sempre vivo e sveglio.
Mi piace starmene qua a scrivere è tanto che non lo faccio, lascio stralci di me sul taccuino, finalmente l'ho cambiato, non ero riuscita più a cambiarlo dalla morte del mio primo figlio e non sarei mai riuscita a finirlo se non come ho fatto, strappando quelle ultime cinque pagine che mi separavano dalla fine, chissà se è stato un gesto giusto, perchè quando lo vedevo, mi passava la voglia di scrivere sapendo che come prima poesia c'era quella scritta in ospedale, Chi Aspetterà, con cui ho vinto un premio poetico ed ora, quando vedo il quaderno nuovo, penso che non ho avuto il coraggio di finire il mio dolore, penso siano altre seghe mentali di una a cui le manca solo il tempo per concedersi qualche minuto di riflessione sarcastica e sofisticata, una donna a cui manca essere frivola nel concedersi momenti di magia, mi manca urlare alla Luna e so che posso farlo ancora, so che questo tempo è breve, è il tempo necessario ad un nuovo essere di potersi, in minima parte, arrangiare e devo solo portare pazienza e trovare per me minuti giornalieri che mi permettano di non sentire troppo la mia mancanza  e così, di non accusare nessuno del mio sentirmi nulla.

VOGLIA DI SILENZIO.. Sentimento che esplode la voglia di silenzio, malinconico acume d'ispirazione che se ne va annebbiato tra il p...