domenica 7 aprile 2019

SOGNI E MAGIE

A pochi giorni dal compleanno di Germano, pensavo che avrei avuto incubi o miraggi di lui, della sua mancanza ed invece sei venuto tu…..
Stanotte ti ho sognato, ti baciavo tutto, quanto ero felice nel vederti apparire e solare abbracciarmi e trattarmi nella tua usuale maniera.
Ti sarei voluta entrare dento, nella tua armonia, nelle tue vibranti vibrazioni ed insieme siamo stati ai piedi di una montagna, rilucente, bianca di neve, selvaggia-intatta di purezza e poi, quell’enorme ammasso candido si è staccato dal suo orizzonte verticale, scivolando in un boato eterno e noi, come solo nei sogni capita, ci trovammo appesi a quella parete guardando nel vuoto perpendicolare e io mi chiedevo dove fosse andata l’altra persona che ci accompagnava in questa spedizione e tu mi dicesti, con tono tranquillo, sereno, duro: è troppo profondo, è andata giù, noi proseguiamo, ed ho capito il rischio e la sfida tra la vita e la morte che uno scalatore è pronto a fare, che un uomo vuole provare sulla propria pelle per sentirsi vivo..
atteggiamenti differenti, 
ma ognuno ha ragione di vivere come meglio crede e poi, di nuovo per strada, abbracciati, io non ti lasciavo andare, piangevo come una bambina di felicità, mi crogiolavo fra le tue braccia, rivolevo entrarti dentro e sentirti vivo, volevo che tu fossi eterno e mi dicevo che Bello…..è tornato, la realtà è questa e io non ti lascio andare più e ti entravo dentro, nella tua pelle, annusando il tuo profumo, nutrendomi del tuo sorriso, volendoti bene come ai fratelli se ne vuole, sangue diverso, amore uguale, un lungo viaggio d’andata, un viaggio lungo il tuo corpo che forse stanotte è venuto a salutarmi.
Poi evaporasti e sempre come nei sogni, mi trovai nella casa dei tuoi, diversa, ma erano loro e io che dicevo che ti avevo visto e loro che mi guardavano con compassione e mi facevano tornare coi piedi per terra, su questa maledetta terra che mi obbliga a soffrire di nostalgia, un puro sentimento vitale perché altrimenti non si capirebbe la gioia e così, uscii e non ti trovai ad aspettarmi e piansi la cruda verità.
Forse la Montagna dove ci siamo ritrovati stanotte per mano era questa, ‘il Gauri Sankar, (in nepalese गौरी शंकर, derivato dal Sanscrito La Dea e il Suo Consorte) cit. da Wikipedia’, montagna femminile che ha dato il nome alla casa orfanotrofio dove davo o meglio, dove mi davano sostegno in Nepal.

L'immagine può contenere: montagna, cielo, spazio all'aperto e natura

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