Solenne è il ciclo delle
Stagioni,
delicato di mutamenti-confini
nel soliloquio ribelle d'un volto innocente,
che proietta l'anima sua
sul sole appena giunto e,
di rugiada è il colore
Primavera.
Calo le membra in profumo distante,
con lo sguardo perso,
al di là del mondo reale,
sovrapponendo ciò che di giusto
si confonde allo sbaglio;
chiari, afosi bagliori
d'Estate,
esaltano occhi e corpo tutto,
vibrante nella danza del caldo e,
mentre accingo al cammino le orme pesanti,
un vento sospira da ovest
investendo le foglie di color arterie, di giallo,
viola, rosa e marroni,
in frenetico andirivieni di gocce uniformi,
che lacrimano lievi,
sognando-furbe, l'arrivo timido
dell'Autunno
adorato e nostalgico di quiete
al sapor mandarino e stufa a legna ardente.
Un turbine squarcia in giardino la pace,
tutto è ovattato, in ascolto i richiami del vento,
i rami protesi-spogli, impazienti animali-umani
sulla soglia delle loro tane in attesa furtiva
sentono l'arrivo, la brama e maestosa discesa
dell'Inverno,
con il freddo biancore ghiaccio,
paralizza ogni cosa e la rende
torbido velluto chiaro.
Caro amico ritrovato,
tanti mesi passati ad aspettare uno sguardo,
immenso come il tuo mentre impaziente
fremeva all'interno ansia di non rivederti.
Re delle stagioni, pre annunciatore di rinascita
cogli l'estremo fiore di perle scarlatte
che s'addice al tuo nome.
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